martedì 9 marzo 2021

Stato e religione

 O meglio, politica e confessionale

Avevo 9 anni, quando incontrai, per la prima volta, un uomo che ha radicalmente cambiato il mio modo di vedere me stesso e il mondo. Era un professore di liceo, quasi prossimo alla pensione che si era trasferito al primo piano del palazzo dove vivevamo, con la mia famiglia. Debbo dire la verità, mi sembrava un po' burbero, quasi inavvicinabile in quei primi giorni d'estate, ma lo salutavo e lui rispondeva con cortesia. Forse ero l'unico a farlo, i nostri vicini non brillavano in fatto di educazione, pur non essendo cattivi, erano, poiché lo eravamo quasi tutti, famiglie con estrazioni sociali modeste, operai, ex agricoltori o, come mio padre, un ricco proletario, perché 10 figli sono realmente una prole ricca. Non ci perdiamo in chiacchiere. Fu Lui, con mio grande stupore a fare il primo passo, a chiedermi come mi chiamassi e cosa mi piacesse studiare e quando risposi storia i suoi occhi si illuminarono, Lui la insegnava, insieme a lettere e filosofia ma si lamentava spesso che non c'era voglia di conoscenza, di crearsi quella che Lui  stesso definiva una coscienza personale che esulasse da credi politici o religiosi. Con quell'uomo appresi le differenze tra chi studiava la storia e chi la scriveva, come l'influenza politica, di qualsivoglia colore mini la realtà e la memoria cercando di influenzare le masse fin dalla più tenera età. Mi insegno anche come la religione riusciva a infilarsi in questo disegno, poche cose ma sufficienti, se non lo credete andate a vedere un vecchio libro di storia post "Gesù" scritto prima dei patti Lateranensi e dopo, oppure cercate notizie sulla "Santa" inquisizione pre e post concilio. Nel primo caso si arriva a dichiarare che i romani importavano leoni per far mangiare cristiani, nel secondo che l'inquisizione ha fatto morire, forse, un paio di innocenti. Certo, a 9 anni, questa quantità di notizie era troppa, anche per il mio cervello ma lo segui, docile come un cagnolino per ascoltare di Seneca e Platone, oppure Aristotele e Cicerone, lessi parti di libri che, negli anni, tornai a cercare per lo stesso fascino che mi avevano lasciato addosso in quella prima estate calda del '71, tant'è che a 10 anni mi ritrovai a discutere di storia con la maestra di quinta lasciando in Lei un senso di inadeguatezza che mi rende triste solo il pensarlo. Certo, a pensarci, quale insegnante che ti chiede dove hai letto certe cose si aspetta che un bimbo la guardi negli occhi e le risponda: "Non ho bisogno di leggerle, COGITO ERGO SUM". Ecco, questo passaggio della mia infanzia dovrebbe dire tutto, da quel momento smisi di leggere il libro di catechismo e inizia a studiare la religione, ma non solo una perché del cristianesimo avevo lo stesso interesse che avevo dell'islamismo o dell'ebraico. Negli anni ho messo insieme tanti piccoli punti che, pur continuando a rispettare ed avere molti amici legati a varie religioni, non ne ho bisogno, semplicemente sono io Dio di me stesso. Sembra una cosa grossa ma pensateci? Chi decide cosa è giusto o sbagliato? Un essere che non avete mai visto o quella che chiamate coscienza, io lo chiamo pensiero interiore, che vi suggerisce cosa sia giusto o sbagliato? Come disse un giorno il professore, pur non avendo mai voluto minare la mia religiosità, anche perché era un cattolico: "Se la tua coscienza ti dice che prendere una cosa è furto, come può un prete, incaricato da un Dio che nessuno di Noi ha mai visto, cancellare il peccato e farti tornare con la fedina pulita?". La stessa cosa la possiamo applicare al credo politico, o meglio, io l'ho fatto. Ho provato a frequentare l'FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana) dove parlavano di valori, diritto al lavoro, meno quello all'istruzione ma avevo il dubbio che pochi di loro avessero voglia di studiare, comunque idee che sentivo mie, poi un giorno mi propongono di andare a tirar pomodori a un certo "Almirante", appuntamento in piazza per le 15. Solo che, il sindaco di allora, per dare meno spazio alla manifestazione ha anticipato la cosa di mezz'ora e io, casualmente, ero lì fin dall'inizio. Non so se qualcuno di Voi lo ha mai sentito parlare ma tra Lui e Berlinguer ho sempre avuto un dubbio su chi mi facesse sentire maggiormente a mio agio, forse per questo erano amici tra di loro, non fottevano la gente. Comunque, quello che diceva erano le stesse cose di quanto affermato alle nostre riunioni: diritto al lavoro, a una casa e ci metteva pure l'istruzione ma lo diceva con toni così pacati, senza la necessità di gridare che la gente doveva rimanere in silenzio per sentirlo. Non tirai un solo pomodoro, 4 giorni dopo andai nella sede della FGCI e dissi che dovevo ripensare ai miei ideali. Un paio di loro provò a farmi ragionare con le buone, un altro con altri mezzi chiamandomi traditore dei giovani, gli risposi che non volevo tradire me stesso, che da quel giorno ogni mio voto sarebbe andato a chi mi avesse trasmesso l'idea migliore per questo paese e, pur odiando la politica, continuo a votare l'idea, non il partito. Sono uno di quegli "stronzi" che scrive alle segreterie se vede che le cose non vanno come dovrebbero, pur sapendo che cestinano tutto, tranne una volta, pur avendo compreso che di ciò che pensiamo realmente non importa nulla a loro perché ci vedono come molti parroci: offerenti per il piattino della questua su cui basano le loro ricchezze. Ed è proprio in questo momento così tragico che mi accorgo di avere, a modo mio, ragione. Questa emergenza è diventata un gioco politico tra chi toglie e chi da, tra chi ti promette e chi non mantiene, solo piccoli cenni di quello che si potrebbe fare anziché opere serie che facciano guarire un popolo. Litigano per rimandarVi in chiesa, per farvi pranzare al ristorante, per farvi bere lo spritz e intanto fingono di interessarsi a quelli come me che vivono con meno di 300€ di pensione al mese, perché è ciò che mi da lo stato dopo 36 anni di contribuzione e una legge che ha deciso che in pensione ci vai dopo i 62. Vi siete mai chiesti come sia la pensione di un invalido? Fate delle ricerche, se non hai sessant'anni non ti danno mai il 100%, questo significa che parti da una base di 290€ e con quelli non ti ci paghi nemmeno visite e farmaci eppure non se ne parla da anni, non ci si pone il dubbio. Io sono fortunato, ho una splendida moglie che ogni mattino si alza e va al lavoro, che mi sostiene e mi accudisce ma penso agli altri, a chi vota a destra o sinistra, un partito o un movimento, solo perché fa arrivare o cacciare i barconi, solo perché apre o chiude un'attività con la scusa che questo è meglio per gli altri. COGITO ERGO SUM che siano il vero cancro di questa società, quella parte che andrebbe abolita e, nello stesso tempo, dovrebbero dar voce a chi ha idee reali e proposte che vadano oltre la bandiera sotto cui sono asserviti. Certo, è difficile, direi impossibile, serve un gruppo che diriga, allora perché non tecnici, perché non fare dello stato un'industria da accudire, da far crescere, senza pensare a ciò che si vota ma a cosa sia necessario perché tutti abbiano lavoro, casa e istruzione e, se chi è preposto non lo fa allora lo si licenzia e si cerca uno migliore perché ogni azienda ha bisogno del meglio. Perché pagare partiti o religioni che ti dicono cosa fare anziché "fare" le cose giuste? Immagino che, a questo punto, penserete che sia un visionario e non avete torto ma quando potevo lavorare non ho mai chiesto a nessuno chi votasse o per chi pregasse, ho sempre dato mansioni, diritti e doveri ricavando il meglio da ognuno di loro, eppure mi hanno sempre rispettato e voluto bene, forse del buono c'era.

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